Rabatòn alessandrini

Credo che ogni cucina regionale sia caduta nell'errore di ripiegarsi su se stessa, proponendo sempre e soltanto i soliti piatti che, alla fine, diventano rappresentativi di un'intera regione e, grazie alla ristorazione, della quotidianità, mentre spesso e volentieri non erano né preparazioni quotidiane né diffuse sull'intero territorio.

Non è la stessa sorte capitata a questi poco diffusi gnocchi di ricotta ed erbette, quasi certamente la versione più antica degli agnolotti di magro, senza il loro involucro di pasta all'uovo, tipici dell'Alessandrino.

Ingredienti per 4 persone: 

  • 300 g di bietole oppure spinaci oppure erbe selvatiche (ortiche, luvertin, girasoli)
  • un bel mazzo di prezzemolo
  • 200 g di ricotta ben asciutta (io di pecora)
  • 3 uova
  • 150 g di parmigiano grattugiato
  • 50 g di burro
  • pane grattugiato
  • farina
  • sale e pepe
  • maggiorana
  • brodo vegetale
  • altro parmigiano e burro per condire

Sbollentate la verdura prescelta, strizzatela e frullatela. Unitela a ricotta, uova, parmigiano, prezzemolo tritato, maggiorana, sale e pepe. Amalgamate bene ed aggiungete il pane grattugiato, poco alla volta in modo che assorba l'umidità dell'impasto. Io ne ho usato 50 g circa. Prendete l'impasto formando delle palline grandi quanto una grossa noce e affusolatele con le mani su un piano ben infarinato. Lessateli nel brodo vegetale bollente per un paio di minuti, scolateli con la schiumarola e conditeli con fiocchetti di burro e parmigiano.

Fonte: Cucina del Piemonte collinare e vignaiolo, Giovanni Goria, Franco Muzzio Editore 

Note e consigli:
  • Rabatòn vuol dire ruzzoloni, perchè gli gnocchi devono ruzzolare nel brodo 😉
  • Possono essere passati in forno fino a gratinatura.
  • Mai avrei pensato che a fine luglio potessi avere voglia di un piatto così, ma le temperature a Torino quest'anno lo consentono.

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